A tarot a day #22 - Cinque di Coppe
Sono una persona molto empatica, le emozioni delle persone che mi circondano le sento fisicamente come se fossero mie. Ad esempio se qualcuno vicino a me è in ansia la “sento” e sento il bisogno di allontanarmi fisicamente.
È possibile spegnere a comando l'empatia? Ovviamente la risposta è no, ma voglio vedere che spunti di riflessione mi offrono i tarocchi: Cinque di Coppe. Se c’è un arcano che sento mio è proprio questo. Sento mia questa carta perché è profondamente malinconica, è associata alla perdita, alle difficoltà nell'accettare realtà emotivamente pesante. Tuttavia, offre anche una possibilità di riflessione: ci sono sempre due coppe ancora piene, un segnale che, nonostante le difficoltà, c'è qualcosa da cui ripartire. E io quelle coppe ancora piene mi rifiuto sempre di vederle.
Tornando alla riflessione specifica di oggi il Cinque di Coppe sembra riconoscere il mio vissuto empatico intenso, quasi come se stessi "assorbendo" le emozioni degli altri al punto da sentirsi sopraffatta. La carta mi dice di accettare questa mia caratteristica senza rifiutarla o combatterla. Non è necessario "spegnere" l'empatia, dovrei trovare un modo per gestirla distinguendo tra ciò che emotivamente è mio e ciò che appartiene agli altri. E per aver cura delle mie due coppe piuttosto di quelle che non mi appartengo e soprattutto per quelle per cui non posso fare nulla.
Ho estratto una seconda carta per chiedendo come posso gestire l’eccesso di empatia ed è apparso Il Matto. Direi che serve un approccio anticonvenzionale alla questione. Oltre che accettare la mia empatia dovrei affrontarla con curiosità e leggerezza? Dovrei farmi ispirare dal Matto che non ha paura di nulla ed è capace di lasciar andare tutti i pesi inutili? Se c’è qualcuno che non si sovraccarica di responsabilità non sue è Il Matto.
Altro suggerimento che accetto dal Matto: dovrei provare a provare un senso di meraviglia e a vedere la mia empatia non come un peso, ma come un dono che può arricchire la tua esperienza a patto di “non esagerare”. La leggerezza del Matto non significa superficialità, ma la capacità di non caricarti di tutto ciò che non è tuo.
Ultime due considerazioni.
✦ Spesso le emozioni degli altri mi travolgono quando sento di non poter fare nulla per aiutare o essere di supporto in qualche modo. In quelle situazione devo ricordarmi del Matto.
✦ Quando mi sento sopraffatta potrei immaginarmi come il protagonista del Cinque di Bastoni e dar vita alla scena dell’arcano: il protagonista della carta si gira e si focalizza sulle due coppe piene e smette di pensare alle tre rovesciate e ormai vuote.
Accolgo la mia empatia con curiosità e leggerezza. Ogni passo mi porta più vicino al mio equilibrio.
