Shirley Jackson - Le Stelle
Ho sempre immaginato Shirley Jackson non come una persona, ma come la protagonista di un romanzo gotico: me la son sempre figurata come una ricca giovane donna rinchiusa in un castello in Cornovaglia, lontana dal mondo e da qualsiasi questione riguardante la vita di noi comuni mortali e dedita esclusivamente alla scrittura dei suoi feroci racconti e romanzi. Non è un caso che sia una delle scrittrici più apprezzate e stimate da Stephen King.
Shirley Jackson invece scriveva storie così feroci a causa delle difficoltà che ha incontrato nel corso della sua vita.
La madre a causa della sua “bruttezza” arrivò a definirla “un aborto mancato” (direi che possiamo definirla violenza psicologica). Le numerose infedeltà del marito furono motivo di un continuo e doloroso tormento interiore. Shirley Jackson inoltre si sentiva ingabbiata nel ruolo di moglie e madre. Ha conosciuto anche varie dipendenze (fumo, alcolici, antidepressivi, pillole dimagranti).
La scrittura diventa una via di fuga e una valvola di sfogo. Una mente vulcanica come quella di Shirley Jackson non poteva essere imbrigliata.
Forse per questo i suoi romanzi e racconti hanno sempre come protagoniste donne atipiche per gli standard dell’epoca. Donne in conflitto con se stesse e con la società o in bilico sull’orlo di una pacata e terribile follia.
"Non farlo, disse Eleanor alla bambina; insisti per avere la tua tazza di stelle; una volta che ti hanno incastrata e costretta a essere come tutti gli altri non la vedrai mai più, la tua tazza di stelle."
L’incubo di Hill House.
Le stelle illuminano il nostro cammino, sono una speranza e una guida. Se perdiamo la loro luce ci ritroviamo al buio privi della nostra creatività e di ciò che ci fa sentire noi stessi. Perdiamo il contatto con il nostro io più profondo e la nostra anima.
